A novembre i bambini della scuola dell’infanzia di Paparotti hanno partecipato, grazie alla nonna di una alunna della sezione farfalle, ad un laboratorio di cultura friulana con la costruzione di bamboline dai cartocci di mais.

La civiltà contadina coltivava il granturco e ne utilizzava ogni parte.

Dopo un breve racconto di storia del Friuli contadino con immagini in bianco e nero dei campi di mais che ancor oggi sono presenti anche nelle zone periferiche di Udine, qualche cenno al museo della tradizione della lavorazione dei “scartoss” (foglie di mais arrotolate)  per realizzare cesti di  varie forme, cappelli e anche sandali, siamo partiti dall’osservazione  reale di una pannocchia con le foglie esterne ancora verdi.

I bambini hanno potuto sfogliarla fino a scoprire i frutti preziosi  (chicchi o grani) allineati tutt’intorno al tutolo (la parte interna della pannocchia).

Quando le pannocchie giungono a maturazione oggi arriva la mietitrebbia sgranatrice che recupera solo i grani per avviarli al mulino per la macinazione per ottenere la farina per la polenta…piatto base della cucina friulana (e non solo).

Una volta arrivavano nei campi anche i bambini che staccavano le pannocchie dalle piante.

Poi in grandi ceste e trasferite su un carro si portavano nelle fattorie ed era una festa.

A sera i bambini mangiavano per premio le pannocchie bollite o arrostite.

I tutoli venivano fatti seccare e servivano per accendere il fuoco.

Con le foglie  spesso si facevano pagliericci per far dormire i bambini. 

Si usavano anche come paglia nelle stalle degli animali da cortile.

Per premio ai bambini veniva insegnato a piegare le foglie per realizzare piccoli giochi…le bambine avevano quasi tutte le “bamboline di scuss”…i maschietti pupazzetti o soldatini.

Da lì ogni bambino dei gruppi dei grandi delle tre sezioni ha avuto una pannocchia senza il frutto (solo foglie e picciolo) ed è  stato guidato o realizzare una semplice bambolina  con pochi movimenti e usando gesti di manualità fine per stringere ed arrotolare le brattee (inumidite) per renderle elastiche.

Con un filo di ferro sottile nascosto in una foglia arrotolata e legata dietro al corpo della bambolina sono state realizzate le braccia.

Con le forbici sono state tagliate le punte in basso per far restare in piedi la bambolina.

Ognuno infine ha vestito la propria bambolina con un fazzoletto ed un grembiule di stoffa.